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I numeri nella nostra vita quotidiana.

I cambiamenti climatici dovuti all'innalzamento del livello di CO2 coinvolgono la nostra vita quotidiana?

La risposta è un preoccupante “si”. Basti pensare a quanto possiamo constatare in prima persona, nelle nostre provincie, regioni ed in Italia. Aumento delle temperature, eventi atmosferici di carattere tropicale (tempeste, grandinate, trombe d'aria, etc..) sono i sintomi più evidenti a testimonianza che qualcosa è cambiato.

    Attualmente, sul territorio italiano è in corso un aumento delle temperature massime e minime giornaliere. Le proiezioni su scala locale dei cambiamenti climatici per le temperature e precipitazioni per il periodo 2070-2100 indicano valori notevoli di aumenti di temperatura (5°C nella stagione estiva, 3°C in primavera e 2°C nelle altre stagioni).

    In Italia, è in corso una diminuzione del numero di giorni poco piovosi e un aumento di quello con precipitazioni intense in alcune regioni dell'Italia settentrionale.

    I dati presentati confermano che sulle Alpi Italiane è in atto dalla metà del XIX secolo un ritiro generalizzato dei ghiacciai. Questo in accordo con quanto verificatosi in generale sulla catena alpina (dove la superficie glaciale è scesa da circa 4474 km2 del 1850 a 2000 km2 nel 2003 con una riduzione del 55 %) e con l’evoluzione del clima alpino degli ultimi 80 anni che ha fatto registrare un incremento di temperatura quasi doppio rispetto alla media globale.

    Specie animali: Stime globali indicano che il rischio di estinzione al 2050 dovuto ai cambiamenti climatici sarà compreso tra il 18% e il 35%, a seconda di cambiamenti climatici contenuti o elevati.

    Le città sono i luoghi più vulnerabili al cambiamento climatico. A rischio sono in particolare le zone costiere (per l'innalzamento del mare) con le sue infrastrutture (a partire dai porti). Il mutare di regime delle piogge avrà invece conseguenze sulle reti fognarie e i depuratori. Infine le ondate di calore (come quella orami storica del 2003), di cui è probabile una intensificazione nei prossimi decenni, colpiranno soprattutto la popolazione urbana più debole e anziana.


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Il protocollo di Kyoto

Le foreste, depuratori dell'aria terrestre.

Proprio come i nostri polmoni assorbono l’anidride carbonica presente nel sangue e vi infondono ossigeno, le piante verdi assorbono l’anidride carbonica durante la fotosintesi e, in cambio, rilasciano ossigeno nell’atmosfera. Questo è il motivo per cui spesso si parla delle foreste come i polmoni della Terra, appellativo usato soprattutto per riferirsi alle foreste pluviali dell'Amazzonia, le più grandi foreste tropicali esistenti al mondo.

Sappiamo bene che la fotosintesi (la produzione di energia da parte della clorofilla in presenza della luce) coinvolge parti della pianta essenziali per la sussistenza dell’organismo. L’anidride carbonica, il principale gas serra, è un requisito fondamentale della fotosintesi. Questo è positivo per noi perché significa che le foreste provocano un efficace abbassamento del livello di anidride carbonica prodotta dalla respirazione degli animali, dal consumo di combustibili fossili, dai vulcani e da altri fenomeni naturali e causati dall’uomo. Non è tutto: uno dei sottoprodotti della fotosintesi è l’ossigeno. Le foreste amazzoniche, quindi, assorbendo una grande quantità di anidride carbonica dall’atmosfera e rilasciando ossigeno sono i depuratori dell’aria terrestre.

Tuttavia, i polmoni del Pianeta vengono paragonati sempre più spesso ai polmoni di un fumatore incallito. Gli scienziati, compresa la FAO, stimano che, dall’inizio del ventesimo secolo, sia stato perduto oltre il 50% dell’estensione originale delle foreste pluviali e ciò che ne rimane sta scomparendo a un ritmo allarmante. Molte di queste foreste esistono da milioni di anni e ospitano più di un terzo delle specie animali e vegetali del mondo. Si è scoperto che alcune zone ospitano oltre 200 specie di alberi in un singolo ettaro di terreno!

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