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L'erosione su larga scala.

L'erosione su larga scala devasta il terreno una volta fertile e ricco di vegetazione. La causa dell'erosione è principalmente causata dalla deforestazione oppure dall'eccessivo sfruttamento dei pascoli per gli zebù in Africa o per altri tipi di bestiame. La terra nuda esposta al sole cocente ed al vento, cede formano veri e propri crepacci di notevole profondità. La deforestazione in queste zone è una grave minaccia in quanto porta inoltre ad un calo della falda freatica e quindi al prosciugamento dei ruscelli, delle paludi e delle zone umide.

E' importantissimo insegnare alle popolazioni indigene che bruciare foreste per creare pascoli, comporterà un'inevitabile avanzamento della desertificazione e con essa cambiamenti climatici e carestie di cibo ed acqua.

Deforestazione in cambio di hamburgers.

L'uomo moderno è diventato famelico divoratore di hamburger -o più propriamente di carne in genere- la quale viene importata “a basso costo” da paesi dell'America latina. Ad esempio, i soli Stati Uniti, importano il 33% di tutta la carne di manzo del mercato mondiale, per il consumo non vitale di appena 1/20 della popolazione del pianeta. In questi paesi sudamericani per allevare bestiame si brucia la foresta.

Nel 1980 fu stimato che il 72% della deforestazione amazzonica in Brasile era volta ad ottenere pascoli per il bestiame. Analogamente la CEE importa carne dall'America tropicale e dall'Africa. Per USA e CEE i costi monetari sono estremamente bassi ma i costi energetici ambientali e sociali su scala mondiale sono immensi e il disastro ecologico è irreparabile.

Per produrre la carne di un hamburger in un'area tropicale umida è necessario uno spazio pari a un salotto medio di circa 12 mq. In quell'area distrutta per produrre circa 100 grammi di carne macinata erano mediamente ospitati oltre cinquecento chili di materia vivente, piante, fiori, farfalle, uccelli, scimmie.

Si calcola che una foresta tropicale primaria si possa ricostruire in un periodo variabile da seicento a mille anni. In questo senso molto può fare il consumatore occidentale, astenendosi o limitando il consumo di carne importata da questi Paesi e molto più potrebbero i governi occidentali varando norme e politiche economiche più rispettose della natura tropicale.

I pericoli per le foreste.

Circa il 30 per cento delle terre emerse del nostro pianeta è ancora ricoperto dalle foreste. Tuttavia, su di esse incombono i pericoli della deforestazione e della degradazione.

Sono ancora numerosi i governi che non riconoscono il valore inestimabile rappresentato dalle foreste: esse ci forniscono materie prime, acqua potabile e cibo, oltre a proteggerci da terribili catastrofi naturali. Spesso, le leggi che dovrebbero tutelare i polmoni verdi del nostro pianeta sono applicate in misura insufficiente e chi dovrebbe monitorare guarda altrove. Ogni anno, in tutto il mondo, 13 milioni di ettari di foresta (dati FAO 2010) vengono distrutti per soddisfare il crescente fabbisogno di carta, carne, soia, olio di palma e legno. Le minacce più gravi sono rappresentate dagli incendi forestali e dai roghi appiccati per dissodare i terreni, dal disboscamento illegale e dalla conversione delle foreste in pascoli, terreni arativi e piantagioni.

Incendi forestali

Le zone boschive sottoposte a uno sfruttamento eccessivo sono molto soggette alla minaccia del fuoco. E non di rado, la responsabilità di tali eventi catastrofici è dell'uomo. Gli incendi forestali rappresentano una delle principali cause dell'arretramento delle foreste.

Deforestazione illegale

L'abbattimento illegale degli alberi dà vita a un giro d'affari di centinaia e centinaia di milioni di dollari che arricchisce la mafia del legno, ciò è molto preocuppante in oltre 70 Paesi, un business illegale portato avanti a scapito delle foreste e delle popolazioni locali.

Conversione delle foreste

Ampie superfici di foresta, in tutto il mondo, vengono disboscate o bruciate per lasciare spazio a insediamenti umani, miniere, pascoli o piantagioni di soia e palma da olio.

Olio di palma e soia

Il consumo globale di olio di palma e soia è in costante crescita. Nuovi campi e piantagioni prendono il posto delle foreste tropicali, impoverendo quegli ambienti e portando all’estinzione centinaia di specie.

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