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attestato Fonanfifo

L'esperienza di Emission Trading
per le Foreste della Costa Rica

Accordo tra Gev Modena e Fonafifo (Ministero dell'Ambiente) che identifica il Corpo Gev Modena quale unico rappresentante in Italia per la promozione dei CSA (Certificati di Servizi Ambientali) legati ai progetti di riforestazione e conservazione delle foreste tropicali, dello sviluppo sostenibile delle popolazioni che vi abitano, della salvaguardia della biodiversità e della riduzione dei Gas ad effetto Serra

Attestato Fonafifo - MINAE

 

Da molti anni le Guardie Ecologiche Volontarie - Gev - danno il loro contributo per la salvaguardia del territorio provinciale cooperando con le Istituzioni in attività di educazione ambientale, vigilanza antinquinamento, conservazione della natura e protezione civile. E' quindi prioritario e imprescindibile il contributo che le Gev, semplici cittadini, forse più sensibili di altri sulle tematiche ambientali, stanno dando per proteggere con perseveranza e senza clamori il nostro bene comune.

Sarebbe tuttavia alla base di una visione irrealistica e di un'azione limitata pensare che oggigiorno, di fronte a problematiche ambientali che stanno investendo tutto il pianeta e che quindi ricadono anche su di noi, il loro impegno debba rimanere relegato ai confini della Provincia.

Non pretendendo certo di risolvere i grandi problemi, ma sicuri che anche un minimo contributo possa e debba essere dato, le Gev da più di dieci anni stanno sviluppando progetti di cooperazione sul tema della conservazione e dello sviluppo sostenibile con paesi che devono salvaguardare per tutto il pianeta il loro patrimonio di natura e biodiversità. In particolare sono intervenuti in Costa Rica, in Amazzonia (Brasile), in Madagascar, in Nicaragua, in Croazia, in Colombia dove con continuità e credibilità hanno contribuito a costruire piccole realtà che sembrano gocce nel mare ma che di fronte alle tante parole spese, spesso anche dalle Istituzioni ma mai seguite dai fatti, risultano a distanza di anni un piccolo miracolo realizzato. In questo caso l'Istituzione locale, la Provincia, ha creduto e sostenuto la proposta e l'azione del cittadino con risultati lusinghieri per entrambi. 

Infatti le Gev della Provincia di Modena attraverso il programma di cooperazione internazionale "Foreste per Sempre", per la salvaguardia delle foreste e della loro biodiversità e la Provincia di Modena attraverso l'applicazione del Piano Operativo A21 locale (scheda d'azione n° 16 - Salvaguardia della biodiversità e acquisto di quote di CO 2 da Paesi Terzi, - Costa Rica, Amazzonia, Brasile, Madagascar) hanno con sensibilità e lungimiranza precorso l'applicazione dei protocolli di Kyoto e possono già vantare un'esperienza di Emission Trading messa a punto con il Ministero dell'Ambiente (MINAE) della Repubblica di Costa Rica e il DIREEF Ministero dell'Ambiente del Madagascar. A fronte di appezzamenti di foresta in rigenerazione annessi alla Riserva Karen nella penisola di Nicoya, il MINAE ha riconosciuto con una certificazione ufficiale le quote di anidride carbonica (CO 2 ) corrispondenti all'assorbimento che tali parti di foresta effettueranno nei prossimi 50 anni. Attualmente è in corso di acquisizione un nuovo appezzamento di foresta di 125 ettari da parte della Provincia di Modena questa volta in partnership con la Provincia di Ferrara che ne ha seguito il buon esempio.

Vi sono alcuni fatti che legano indissolubilmente il destino delle foreste del nostro pianeta al destino dell'uomo. Rispetto alla loro copertura iniziale originatasi circa 800 milioni di anni fa, attualmente di foreste ne rimane circa il 50%, mentre la parte persa lo è stata soprattutto negli ultimi trent'anni con un tasso di deforestazione che ora è arrivato al 1% annuo, corrispondente a circa 17 milioni di ettari, una superficie pari a una intera regione italiana.

Le foreste rappresentano l'habitat di circa due terzi delle specie viventi del pianeta e nel contempo giocano un ruolo chiave nella regolazione del clima. Tutto l'ossigeno presente sulla Terra è stato infatti prodotto dalla vegetazione, costituita prevalentemente da foreste, la quale lo rilascia riciclando anidride carbonica la cui percentuale in atmosfera ha avuto per almeno 350.000 anni prima d' ora un andamento ciclico costante.  Ora non più.

Di ecosistemi forestali intatti ne rimangono attualmente solo il 12%, essendo la restante parte in qualche modo alterata dall'uomo. Di questa quota, il 6% è rappresentato dalle attuali foreste tropicali, gli ecosistemi più antichi del pianeta, ma destinate a diminuire ulteriormente a causa della più massiccia deforestazione mai vista, le quali da sole contengono più del 50% dell'intera biodiversità terrestre. Si ritiene tra l'altro che il 99% delle piante della foresta tropicale sia ancora da studiare da un punto di vista farmacologico per possibili impieghi utili all'uomo.

Chi sarebbe quindi tanto folle da distruggere una cattedrale, o una biblioteca di conoscenze o manomettere il sistema di depurazione di una navetta spaziale? O ancora di portar via pezzi alla catena di ingranaggi interdipendenti che sostentano il fenomeno della vita?  Purtroppo è quello che stiamo facendo in maniera consistente ed esponenziale da circa 200 anni con la distruzione continua delle foreste. Questo significa mettere una grossa ipoteca sul futuro vivibile dell'uomo.

Con l'entrata in vigore del protocollo di Kyoto il 16 febbraio 2005 esiste l''opportunità per coniugare il problema della difesa e conservazione delle foreste, in particolari quelle tropicali che sono le più a rischio, con la necessità di controllare e diminuire le emissioni di gas a effetto serra che stanno portando al riscaldamento del pianeta con conseguenze imprevedibili.

Il Protocollo di Kyoto faticosamente ratificato, obbliga infatti una trentina di paesi industrializzati a ridurre le emissioni dei "gas serra" del 5.2% complessivo rispetto al livello registrato nel 1990, entro il periodo compreso tra il 2008 e il 2012.

Questa quota del 5.2% è ripartita in modo diverso tra paesi e regioni: all'Europa spetta una diminuzione dell'8% e specificatamente all'Italia una diminuzione del 6.5%. Ma nel 2004 le emissioni italiane sono state intorno al 12% in più rispetto al 1990 e quindi questo significa che dal 2008 si deve abbassare la nostra quota del 18.5%. Sicuramente non saremo in grado di farcela a rientrare nei parametri con i soli provvedimenti di diminuzione delle emissioni da parte delle industrie ed enti locali identificati nei settori interessati dal Protocollo di Kyoto. Si è calcolato che dei circa cento milioni di tonnellate che l'Italia dovrebbe eliminare ogni anno, con il solo miglioramento dei processi di produzione e di efficienza energetica potremmo abbassare la nostra quota al massimo del 40%, il resto lo dovremo fare per mezzo di quote di emissione ottenute attraverso i "meccanismi flessibili".

Il sistema dei meccanismi flessibili è stato appunto creato per andare incontro alle scontate (ma non giustificabili) inadempienze e prevedono la possibilità di generare attraverso differenti meccanismi quote di emissione di CO 2 o "crediti di carbonio", di commercializzarli e scambiarli liberamente tra gli Stati o tra le singole aziende (Borsa della CO 2 ). Si potranno comprare delle quote da delle imprese "virtuose" che hanno ridotto le loro emissioni più di quanto era per loro obbligatorio, oppure attraverso altre possibilità, la "Joint Implementation" e il "Clean Development Mechanism" (CDM). Con quest'ultimo si potranno acquisire quote di carbonio attraverso progetti, finanziati dai Carbon Funds nazionali e internazionali, in cui le imprese di paesi a maggior industrializzazione promuovono uno sviluppo "pulito" e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili in paesi emergenti con economie arretrate o in transizione che hanno aderito al Protocollo di Kyoto. Ciò dovrebbe servire ad incentivare l'uso di energie rinnovabili, incoraggiare i paesi in via di sviluppo ad utilizzare una tecnologia pulita e aiutarli a far fronte all'impatto dei cambiamenti climatici ormai inevitabili.

Vi è un'ulteriore possibilità prevista dal protocollo di Kyoto (articoli 3.3 e 3.4) e adottata nella COP 10 che ha approvato procedure semplificate per i "CDM forestali". Questa possibilità è legata al fatto di riconoscere che le foreste sono dei grandi contenitori di CO 2 (carbon sink) e che da sempre la vegetazione in crescita assorbe naturalmente grandi quantità di CO 2 trasformandola in legno. Si sta quindi verificando la possibilità di ottenere quote di CO 2 certificate, da progetti di imboschimento e riforestazione anche in paesi in via di sviluppo (Afforestation and reforestation CDM), e si stanno mettendo a punto gli aspetti relativi alla natura giuridica e legale di tali quote.

Gev Modena - "Foreste per Sempre" supportata dall'Assessorato Ambiente della Provincia, è in grado di partecipare a pieno titolo in questo mercato. Può già ora vantare il riconoscimento ufficiale e la rappresentanza per l'Italia di Fonafifo, il Fondo di Finanziamento Forestale del MINAE di Costa Rica è già sta promuovendo la vendita di Certificazioni di Servizi Ambientali (CSA) con un riconoscimento ministeriale di quote di carbonio, presso le imprese italiane. Questo meccanismo, se pur ora effettuato in maniera totalmente volontaria, già prefigura quanto previsto da Kyoto con i CDM forestali. Un primo accordo è già stato raggiunto con Lifegate-Impattozero le Gev sono state in Costa Rica in una Riserva Indigena della regione di Talamanca a perimetrare con i GPS un area deforestata che sarà rigenerata attraverso un Pagamento di Servizi Ambientali (PSA), effettuato tramite Fonafifo, alla locale Associazione Indigena Cabecar. Le Gev verificheranno periodicamente la realizzazione del progetto di riforestazione e l'impresa vedrà riconosciute le quote di carbonio corrispondenti che potrà commercializzare con i propri clienti attraverso l'operazione di Impattozero. Allo stesso modo si è operato in Madagascar nella provincia di Fianarantsoa e precisamente nel territorio di Ilena. Una area di 150 ettari di cui 70 ettari sono assoggettati al programma di Pagamento dei Servizi Ambientali, questi sono certificati direttamente dal DIREEF - Direzione Interprovinciale del Ministero dell'Ambiente, delle Acque e delle Foreste.

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