OASI LA PIANTATA di Via Marconi Modena
Tratto da "Noi e L'Ambiente - Provincia di Modena
articolo a
cura di Claudio Santini e Andrea Di Paolo
L’area in questione era fino a qualche decennio fa destinata ad uso
agricolo, ma il suo progressivo abbandono ha
favorito una rinaturalizzazione con un indubbio ed innegabile valore
ambientale proprio dentro la città di Modena . All’interno dell’area
sono presenti filari di olmi che insieme alle viti costituivano la
tipica “piantata modenese”, macchie arbustate e siepi con specie
legnose autoctone, prati stabili ricollegabili ai prati irrigui un
tempo diffusi nel modenese. Le specie arboree insediatesi a gruppi
isolati, in dense siepi e piccoli boschetti, costituiscono delle
quinte naturali che rendono l’area assai gradevole e in contrasto con
le aree edificate circostanti. Nonostante la chiusura delle chiome
degli olmi tra un filare ed un altro, che fa assumere all’area un
aspetto di bosco maturo con radure, è possibile ancora leggere
l’impostazione agricola a piantata originaria e darne anche un’età. La
presenza quasi esclusiva di olmi ciliati fa pensare infatti ad un
impianto realizzato alla fine degli anni quaranta. proprio in quel
periodo che si tentò di sostituire gli olmi campestri falcidiati dalla
grafiosi dell’olmo, con olmi maggiormente resistenti alla malattia.
Tuttora sono 7 i filari di olmo presenti in
direzione Est-Ovest con
sporadica presenza di vite (Vitis vinifera) inselvatichita. La fase di
colonizzazione arboreo arbustiva
è iniziata quando le condizioni superficiali del suolo avevano
raggiunto condizioni di maggiore umificazione. Essa ha determinato una
maggiore affermazione di specie arboreo-arbustive autoctone quali:
olmi (Ulmus laevis, U.Minor), ciliegio (Prunus avium), acero (Acer
campestre), farnia (Quercus robur), pioppo nero (Populus nigra),
salice bianco (Salix alba), berretta da prete (Euonymus europaeus),
biancospino (Crataegus monogyna.), prugnolo (Prunus spinosa.),
ligustro (Ligustrum vulgare), edera (Edera elix ), tutte specie che le
fonti storiche e paleontologiche ci indicano come rientranti nella
composizione degli antichi boschi planiziali. Sono inoltre presenti le
specie erbacee tipiche degli ambienti delle siepi e dei margini
boschivi, delle radure e dei prati: Ranunculus ficaria, Eranthis
hyemalis, Aristolochia rotunda, Aristolochia clematidis, Lamium
maculatum, Glechoma hederacea, Ranunculus velutinus, Ranunculus
repens, Narcissus tazetta, etc. Non mancano poi ai margini dell’area,
alcune specie esotiche ampiamente naturalizzate quali: Acer negundo,
Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima, Parthenocissus
quinquefolia, Prunus cerasifera var.pissardii. Tutta l’area è inoltre
particolarmente importante per la conservazione della fauna urbica.
Sono state censite fino ad ora 44 specie di
uccelli di cui nidificanti 16 e 3 di probabile nidificazione e 1 di
eventuale nidificazione. Alcune specie come per esempio l’averla
piccola, sono peraltro divenute rare a causa della rarefazione
dell’habitat (campagne tradizionali, margine dei boschi) e sono
incluse nella Lista Rossa italiana. Sono presenti inoltre rettili ed
anfibi come: il biacco (Coluber viridiflavus), la lucertola muraiola
(Podarcis muralis) e campestre (P. sicula), la rana comune (Rana
esculenta), il
rospo
smeraldino (Bufo viridis) e diversi micro mammiferi. Le zone interne
confinate sono vietate al pubblico e possono esclusivamente essere
percorse ad uso scientifico. I nuovi interventi con opere a “verde”
sono stati limitati alla realizzazione di una siepe, di circa 300
metri di lunghezza, con funzione di filtro nella zona perimetrale
scoperta e alla messa a dimora di gruppi arbustivi ed arborei. stata
inoltre creata una zona umida dove già
ristagnavano le acque di
origine meteorica, utile per la fauna e per l’insediamento naturale
delle specie elofitiche (tifa, cannuccia) tipiche di queste
situazioni. Lo stagno, con l’introduzione di specie igrofile, adatte a
creare qualche frammento di associazione vegetale di acque stagnanti e
poco profonde, potrà diventare una delle maggiori attrattive
dell’oasi. La scelta delle essenze da piantare è ricaduta su specie
non solo potenziali dell'area, ma che erano già presenti su di essa.
La scelta verso tali piante non è motivata da questioni estetiche o di
armonia progettuale, ma da esigenze di tipo ambientale, si è tenuto
conto, infatti, della vocazione e del precario equilibrio ecologico
dell'area. La scelta è volutamente caduta su quelle specie in grado di
affermarsi in questo tipo di ambiente. Altre opere hanno riguardato la
recinzione esterna, la bonifica generale dell'area, e la messa in
sicurezza dei percorsi con l’eliminazione di piante e rami
pericolanti. La biomassa ottenuta dalle potature e dagli abbattimenti
non è stata inviata alla discarica, ma lasciata nell'area protetta,
per aumenntare le zone di rifugio e l’alimentazione della fauna. I
pochi elementi di arredo inseriti nel parco sono tutti in legno in
quanto rappresenta senz’altro il tipo di materiale che meglio si
integra con l’ambiente. Così le panche, i tavoli, le mangiatoie
invernali, i nidi artificiali ecc., sono tutti in legno. Il parco
presenta una significativa valenza naturalistica e quindi deve essere
anche salvaguardato dai fruitori che lo frequentano nei giorni di
apertura. Per soddisfare entrambe le esigenze, si è pensato di
destinare una piccola porzione, in zona marginale, attrezzata con
panche, per i cittadini interessati alla lettura o alla semplice
sosta. In questo modo si spera di indirizzare la pressione antropica
in un’area di minor pregio ambientale. Area di studio All'interno del
parco sono stati riservati alcuni spazi chiusi al pubblico con
funzione di laboratorio didattico, costituiti da un "quadrato
permanente" e da due "transetti" longitudinali. Il primo consentirà di
studiare per tempi lunghi le dinamiche naturali che si sviluppano su
un terreno non disturbato da attività antropica. I transetti
consentono di correlare le presenze floristiche, con situazioni
ambientali variabili lungo le direttrici scelte. Le operazioni di
manutenzione straordinaria sono ridotte al minimo, il che si traduce
in bassi costi di gestione. La manutenzione ordinaria si traduce,
invece, nei soli sfalci ripetuti nei sentieri e nelle zone di sosta,
nonchè le aree limitrofe alle entrate. Per mantenere radure ed aree
prative ed evitare un rimboschimento generalizzato, occorrerà inoltre
una volta all’anno, nel periodo invernale, eseguire un unico
intervento di sfalcio. I materiali raccolti verranno come già
precisato stoccati per aumentare le aree rifugio per la fauna. Le aree
a libera evoluzione ovviamente non riceveranno alcuna manutenzione.
Uno dei principali obiettivi, oltre a quelli fin qui esposti, è quello
di sperimentare un modello di convivenza, reciprocamente vantaggioso,
tra l'uomo e la natura, utile per migliorare e riconoscere
l’importanza di tutte le componenti vitali e non del nostro
ecosistema. La creazione di un parco in cui vengono favorite le
associazioni spontanee e gli aspetti naturali, nel pieno rispetto
dell'ambiente, un sito capace di richiamare anche le componenti più
rare degli ambienti di pianura, una piccola banca genetica di ecotipi
locali per le future generazioni. È attraverso la promozione di spazi
"verdi" diversificati e la diffusione di una sensibilità verso le aree
spontanee a libero sviluppo che potrà forse manifestarsi un vero
rispetto nei riguardi della natura nei suoi molteplici aspetti. C’è
inoltre la consapevolezza di non avere ulteriormente danneggiato un
territorio privo ormai della sua diversità. •
SCHEDA
INFORMATIVA LA PIANTATA
Apertura a cura di
GEV Modena
da
Aprile a Ottobre il sabato dalle 15.00 alle 19.00
Chiusura mese di
Agosto
superficie m2
25.000 - altitudine di 36 m.
s.l.m.
Cartografia Carta Tecnica Regionale 1: 10.000 foglio n°
201150 Modena Sud Ovest
Vegetazione prevalente:
prati
ombreggiati e o temporeanemente umidi, prati a libera evoluzione,
siepi e macchie arbustate, specie di canneto e piante semisommerse.
Specie arboree più diffuse: olmo campestre (Ulmus minor), olmo
ciliato (U.laevis), salice bianco (Salix alba), pioppo nero (Populus
nigra), isolati o in filare.